Mi chiamo Patrizia, ho 60 anni (sono nata nel 1962), e dal 27 luglio 2018 vivo in camper.
Ma cosa mi ha portato a scegliere di vivere da fulltimer?
E’ da quando ho avuto il mio primo camper, una decina di anni fa, che cullo questo sogno di poterci vivere, magari anche viaggiando il più possibile.
Nel 2010 avevo anche trovato un lavoro in Portogallo, dove ero appunto in viaggio in camper per due mesi, ma non ero pronta psicologicamente al grande salto, avevo perso entrambi i miei genitori da poco tempo, ed ero ancora troppo legata a tutto ciò che mi parlava di loro, a partire dalla casa in cui avevano vissuto e nella quale mi ero ritirata a leccarmi le ferite.
Successivamente sono cambiate le circostanze, mi sono “affrancata” dalla condizione che mi bloccava, ma a quel punto non avevo più il camper, né la possibilità di farlo. Mi ero impelagata economicamente e materialmente con una grande casa in campagna, molto impegnativa sotto tutti gli aspetti, con un negozio da portare avanti, e il camper, fermo da due anni per gli impegni presi, lo avevo venduto.
Purtroppo la crisi ha colpito anche me, e il negozio ha iniziato a non andar più molto bene, e mi si è presentata l’opportunità di svolgere un secondo lavoro la sera, cucinando in un bistrot, dato che la cucina è una delle mie passioni. Solo che tutto questo mi ha portato a lavorare, tra negozio e locale, 16-17 ore al giorno, senza più poter avere una vita di alcun genere, con addosso una stanchezza feroce che non mi abbandonava mai e senza vedere vie d’uscita. Sopravvivenza, non vita, giorno dopo giorno, mese dopo mese, per tre anni.
La chiave di volta
Tutto questo fino al giorno in cui ho compreso che la chiave di volta era quella di mettere in vendita la mia casa, una casa che prima avevo fortemente voluto e amato, ma che al dunque era diventata un enorme peso. Con la crisi del mercato immobiliare e visto il tipo di casa, ci è voluto oltre un anno per riuscirci, ma a quel punto il sogno si è trasformato in progetto, e tutto il resto (lasciare il lavoro al locale e chiudere il negozio) è venuto di conseguenza.
E così i primi di luglio di quest’anno mi sono messa in cerca del camper che sarebbe stato, come lo chiamo io, la mia piccola casa in ogni posto del mondo, la mia Kymera.
Ricomincio da me
Come dicevo è dal 27 luglio 2018 che vivo in camper, ho scelto la notte dell’eclissi di luna per l’inizio della mia nuova vita, reinventata totalmente a 56 anni. Vivo con la mia cagnolina Nana, una scricciolina di 4 chili buonissima, molto timida e paurosa.
Non una scelta forzata quindi, ma una scelta sognata e fortemente voluta. Un sogno che, come dicevo, è diventato un progetto e infine realtà. Una liberazione da tante cose, non solo materiali. Mi sono resa conto di quante cose superflue mi circondavano, cose che prima mi sembravano fondamentali, ma che fatto il passo sono diventati oggetti inutili di cui disfarsi, perché anche i ricordi si tengono dentro, nella mente e nel cuore.
Ho portato alla luce una parte di me stessa che non conoscevo, o che forse avevo dimenticato, ho scoperto che l’emozione, ad esempio, di un tramonto sul mare, vissuto in libertà, vale molto di più di qualsiasi altra cosa. Sentirmi completamente libera, sganciata da qualsiasi sovrastruttura anche mentale, sarà il mio prossimo passo.
Anche il lavoro è tra i miei prossimi obiettivi, e se si sceglie, come è mio desiderio, di non essere stanziale ma itinerante, può essere più difficile, e quindi la ricerca si indirizza prevalentemente verso lavori stagionali, o da poter svolgere online e viaggiando, ma anche dando spazio alla mia creatività, quindi hobbystica e mercatini.
Amo fermarmi in sosta libera (ad eccezione delle grandi città, per questioni di sicurezza), preferibilmente in posti tranquilli e anche abbastanza isolati, non amo la confusione, amo immergermi nella natura e nel silenzio.
Il rapporto con le persone
Vivere in camper mi porta anche a rispondere a molte domande della gente, ad ascoltare opinioni e suggerimenti, ma anche critiche. Qualcuno sgrana gli occhi ed esclama “beata te! Piacerebbe anche a me ma non ne avrei il coraggio”, altri ti guardano dall’alto in basso con aria di diffidenza, molti ti chiedono se non hai paura, soprattutto essendo una donna da sola, infine ci sono i sognatori, quello che ero anche io fino a poco tempo fa, e che incoraggio sempre a perseguire il loro sogno.
Voglio sperare che tutto questo durerà per sempre, mai più quattro mura ma solo quattro ruote, potersi svegliare ogni mattina con una vista diversa non ha prezzo. Ho già pensato alle modifiche da fare al mio camper quando sarò più vecchia e non riuscirò più ad arrampicarmi come faccio ora.
Spesso mi chiedono anche come me la cavo con la sicurezza. Non sono una persona paurosa, mantengo sempre la calma in ogni situazione, ma sono anche attenta alle più elementari norme di cautela. Cerco di arrivare di giorno nei posti in cui ho intenzione di fermarmi e di dormire, mi guardo intorno, studio un attimo l’ambiente, l’illuminazione, e comunque posiziono sempre il camper in maniera da potermene andare velocemente senza dover fare manovre. E poi ho adottato dei piccoli accorgimenti per una maggior tranquillità.
Sono comunque anche una temeraria, perché mi piace fermarmi nei posti più sperduti e isolati, che forse sono anche più sicuri visto che non ci va nessuno. In Portogallo ho dormito in cima ai fari, a picco sulle scogliere, in luoghi abbandonati, e non ho mai avuto alcun problema.
In qualunque posto mi fermi però ho sempre il massimo rispetto per le persone, per i luoghi e per l’ambiente, affinché nessuno debba mai lagnarsi e al prossimo eventuale passaggio nessuno abbia nulla da recriminare.
Dove mi porterà quest’avventura ancora non lo so, lo scoprirò giorno per giorno insieme a voi che vorrete seguirmi.
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